Miele Biologico
venerdì, dicembre 04, 2015
Ape si chiama quell’insettino,
guai se lo tocchi, punge il
ditino.
Se non lo tocchi, non è
crudele!
Fa’ quella cosa buona e odorosa
che piace tanto al mio bambino,
spalmata sul panino.
Cos’e’? Il miele!!!
Da quando la mia bimba ha
compiuto un anno ho introdotto nella sua alimentazione il miele, prima viene
sconsigliato per possibilità di botulismo nel miele, che ha conseguenze anche gravi
per i lattanti.
Ho iniziato subito ad
appassionarmi alla ricerca di mieli di ottima qualità, cercando tra piccoli
apicoltori locali e nei mercatini del bio o del gusto.
Ho letto e chiesto informazioni
ai produttori e ho capito che, come al solito, non tutto ciò che è bio luccica.
Frodi a parte, resta innegabile
che il marchio bio è fonte di una maggiore sicurezza e qualità del prodotto.
Leggiamo le etichette,
pretendiamo il MIELE ITALIANO AL 100%, se bio meglio!
Dove compro il miele?
Direttamente dal produttore, al quale faccio molte domande. Spesso gli
apicoltori sono molto felici di raccontare il loro lavoro! Il prezzo si aggira intorno ai 17 Euro al Kg, per miele bio d'acacia.
Perché Bio?
Il miele biologico si
ottiene rispettando i principi, anche di tipo normativo, di produzione volta a
mantenere l'integrità della sostanza organica del terreno, sarebbe appropriato
usare la traduzione dell'inglese organic, con l'obiettivo di una
produzione di cibo con il minor impatto ambientale possibile.
La principale fonte normativa
in materia di biologico è il Regolamento N. 834/2007 del 28 giugno 2007 che
disciplina la produzione biologica e l’etichettatura dei prodotti biologici. Alcune
norme che regolano la qualità del miele biologico:
- Gli apiari vanno posizionati ad almeno 3 km da discariche, strade ad alta percorrenza, impianti industriali, frutteti specializzati o colture estensive;
- Gli apiari vanno posti in zone nelle quali vi sono prevalentemente colture e vegetazione spontanea, non coltivazioni soggette a trattamenti;
- Le arnie devono essere costruite con materiali naturali, devono essere anche naturali gli altri materiali utilizzati;
- E’ vietata la distruzione delle api come metodo connesso alla raccolta dei prodotti dell’apicoltura;
- Non è consentito usare trattamenti con antibiotici, antiparassitari e con qualsiasi altro prodotto che lasci residui nel miele o nella cera;
- La cera che viene introdotta nel nido, deve essere esente da residui: la cera utilizzata in regime di agricoltura biologica deve essere certificata da analisi chimiche che ne garantiscano l’assenza da residui chimici;
- E’ proibito l’utilizzo di organismi geneticamente modificati: la presenza accidentale di OGM deve essere in misura non superiore allo 0,9%.
Lavorazioni del miele
Il miele rappresenta uno dei
prodotti alimentari di origine naturale che meno necessitano di passaggi e
trasformazioni in vista della vendita al consumatore.
Gli interventi più importanti
applicati al miele, e quindi anche al miele biologico, prevedono le seguenti
operazioni: filtrazione, decantazione, riscaldamento, pastorizzazione,
omogeneizzazione.
La filtrazione deve comportare la totale rimozione di tutti i
residui e delle impurità di produzione e di lavorazione del prodotto, come
piccoli granelli di sabbia, parti di ape, frammenti di legno, propoli,
frammenti di cera.
Con la decantazione si eliminano le
bollicine di aria eventualmente presenti nel miele; si effettua in contenitori
adeguati ad una temperatura di circa 40°C.
Il riscaldamento serve a ridurre la viscosità del prodotto quando
si voglia provvedere anche alla miscelazione, omogeneizzazione, pompaggio,
fusione - e in certi casi - all'invasettamento del prodotto, ma tale passaggio
è accettabile solo se non comporta una perdità in qualità del miele.
La pastorizzazione sottopone
il miele ad un riscaldamento a temperature elevate (circa 75°C) per pochi
secondi. La pastorizzazione del miele, a differenza degli altri prodotti
destinati all'alimentazione umana, non serve per scopi di conservazione
o sanitari, ma per mantenere il miele liquido quanto più a lungo
possibile. In altri termini: sarebbe utile solo per mieli che, dopo
l'invasettamento, dovessero restare per molto tempo negli scaffali prima di
venir acquistato e consumati.
Un miele biologico resta tale
anche se pastorizzato.
Contrariamente a quanto comunemente si pensa, la pastorizzazione del miele non
è in contrasto per un miele biologico.
Ricordiamoci sempre che: un
miele può essere buonissimo e nutriente e non essere biologico, mentre un altro
miele può avere un pessimo sapore e minore, per esempio, presenza di vitamine
pur essendo biologico.
Problemi e difficoltà della produzione miele bio:
Sono molti e di vario genere i
problemi che si riscontrano nell’applicazione delle regole del miele biologico.
Le api vanno a prendere il
miele dove vogliono, anche oltre un raggio di 3 chilometri dall'alveare.
L'apicoltore ha difficoltà a
collocare i propri alveari in zone realmente prive di colture trattate con
sostanze chimiche vietate, in quanto non è possibile, in concreto, imporre alle
api di non atterrare su fiori trattati con sostanze di sintesi.
Sono moltissimi e costosi gli
adempimenti da sostenere.
Concludo con questa bella
definizione che ho trovato sul sito "ilmielebiologico":
Produrre in modo biologico
significa non concentrarsi solo sul prodotto finito, ma anche sulla natura, che
di quel prodotto è fautrice e che, in un eterno ciclo, riassorbirà il prodotto
stesso oltre ai prodotti utilizzati per ottenerlo. In una visione ideale,
quindi, non solo il miele deve essere privo, per intenderci, di fitofarmaci di
sintesi, ma anche il terreno da cui è stato ottenuto non dovrebbe ricevere alcun
trattamento chimico che non sia autorizzato.
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